A squarciagola
Era il 14 settembre 2014, nel match Inter-Sassuolo, quando tra i settori del Meazza, tornò a risuonare Pazza Inter dopo circa due anni dall’ultima volta in cui i tifosi ebbero la possibilità di ascoltarla. E’ sempre una grande emozione per ogni tifoso nerazzurro, sopratutto per chi ha deciso di non assentarsi mai per assistere ai match casalinghi: un incommensurabile piacere accompagnare i giocatori in campo seguendo le note di una canzone che ha fatto sognare e che continua a farlo ogni domenica. Non ha importanza se ti trovi in Curva Nord, in tribuna o in coda dinanzi ai tornelli dello stadio: ovunque ti troverai sentirai il bisogno di cantarla e di inneggiare la squadra. Molti tifosi aspettavano da tempo il ritorno di quello che è considerato il nostro unico inno e le polemiche dei più impazienti non mancarono. In fondo come possiamo biasimare quel tifoso, munito di sciarpa e cappellino rigorosamente a strisce nerazzurre, che fiero si reca a San Siro prestandosi al tifo più sfrenato, magari gridando il testo del nostro inno. E’ proprio quel genere di tifoso che sostiene la squadra a prescindere dai risultati, credendoci anche se tutto va storto.
Pazza Inter non è solo una canzone, è anche un rito di speranza o perché no, anche di buon auspicio. In fin dei conti la beneamata è famosa per le grandi rimonte e le inaspettate vittorie, proprio come abbiamo potuto ammirare nel match di ritorno della semifinale di Coppa Italia nel quale la squadra di Mancini è andata a segno tre volte riportando la parità nel risultato complessivo per poi uscirne sconfitta ai calci di rigore; il finale però non è quello che interessava poiché faccia da contorno al messaggio positivo che i ragazzi del Mancio avrebbero voluto presentare. A nove partite dal termine di questa stagione, dopo le ultime due vittorie rimediate, la prima contro un Palermo abbastanza fiacco e la seconda nel test della verità contro il Bologna, squadra rinata dalla cura Donadoni, ci apprestiamo ad affrontare la Roma nella trentesima partita di Serie A. Se contro il Bologna eravamo sottoposti alla macchina della verità, adesso sfidando la Roma, è come se fossimo in tribunale, chiamati a giudizio e talvolta curiosi di scoprire quale sarà la sentenza. Questa è la nostra occasione per avvicinarci al terzo posto, battendo un diretto avversario per tentare l’approdo alla richiestissima Champions League che tanto fa gola alle nostre concorrenti. Sabato sera affronteremo la Roma consci delle sua forza, rivista e migliorata dall’intervento del suo CT Spalletti, ma consapevoli delle nostre capacità messe in mostra dall’inizio del mese. I giallorossi rappresentano l’avversario peggiore e nel contempo l’avversario migliore che potessimo incontrare in questo momento. Peggiore perché arrivano da una striscia positiva di 8 vittorie e quindi in grandissima forma. Migliore perché l’ipotetica vittoria potrebbe far salire il morale della squadra e aiutare quella mentalità vincente che nelle ultime partite è stata determinante per trascinare la squadra alla vittoria. Inoltre per Mancini, dopo lo spettacolare match contro la Juventus, questa rappresenta una chance importante per riguadagnare la fiducia persa dalla società e dai tifosi.
In molti considerano questo match come l’ultima spiaggia per agganciare il terzo posto, ignari del resto delle partite che affronteremo nelle prossime settimane. Senza soffermarci su chi dovesse aver ragione o meno, Roma-Inter vale 3 punti quindi la squadra deve restare concentrata e giocare proprio come ha fatto nelle ultime partite. Sabato sera l’Inter è chiamata a quelle imprese che solo lei, la Pazza Inter, può regalare ai suoi fan, anche con le spalle al muro e quando ormai sembra tutto perduto. I tifosi che nella giornata di domani giungeranno nella capitale sicuramente non ci deluderanno perché tiferanno e canteranno come hanno sempre fatto: a squarciagola.