Perché proprio lui… un anno dopo
Perché proprio lui, perché proprio Antonio Conte.
Perché Conte è un vincente ma spesso si circonda di ostacoli e di nemici… e tutto questo riesce a farlo da solo.
Più che un problema con qualcuno, potrebbe essere un problema del tutto personale. Come già detto da altri in passato, credo che il carattere e la personalità di Conte siano il suo più grande pregio ma anche il suo più grande difetto. Sicuramente esistono delle dinamiche sportive-dirigenziali che non conosciamo ma a giudicare dalle sue parole, ci sono troppi scheletri nell’armadio. Ma siamo sicuri che questi scheletri esistano veramente?
“Capirò se la priorità è il calcio o la famiglia”
Non so cosa volesse dire. Non so che problemi ci siano con la sua famiglia e non posso assolutamente esprimere alcun giudizio a riguardo. Mi chiedo solo cosa c’entri la sua sfera personale nel post partita di una finale persa. A volte è contraddittorio mentre altre volte non riesco proprio a capirlo.
Ci sono dei parallelismi. Conte è un grande trascinatore ma se qualcuno non lo segue va subito ai ferri corti. E’ incredibilmente ambizioso ma melodrammatico. E’ una prima donna ma vuole fare squadra. Da grande allenatore-manager sportivo, è un manico del controllo e della perfezione ma se qualcosa va male è il primo a mollare le redini. Vuole vincere a tutti i costi e se perde si incazza di brutto e con tutti. Calcisticamente saggio e grande insegnante di questo bellissimo sport. Anche lunatico e permaloso.
Per me c’è del genio e come tutti i geni, bisogna assecondarli ed aiutarli ad esprimere il talento al massimo delle loro potenzialità. In questa stagione abbiamo scoperto il potenziale di questa squadra e tutti abbiamo notato che ci sono i presupposti per fare davvero bene. Questo lo dobbiamo a Conte, non c’è dubbio. Se c’è da fare qualche sforzo in più sul mercato, se c’è da migliorare l’asset sportivo-manageriale di questo club, che si vada avanti lungo questa strada senza mai guardarsi indietro. Mi fido del nostro allenatore perché guardando i risultati, non è possibile restare impassibili. Chiudere un campionato al secondo posto, ad un punto dalla Juventus, non è un poco. Raggiungere dopo dieci anni una finale europea, non è assolutamente poco. Le sue interviste post-partita fanno incazzare ma sono disposto ad ascoltarle pur di tornare a vincere.
Conte è una grande risorsa ma è esauribile quindi, come abbiamo tutti notato, non è possibile farci affidamento per un lungo periodo. Se c’è un progetto triennale è doveroso portarlo avanti, dopodiché si cambierà in base a ciò che si è costruito. L’importante è non farsi trovare impreparati. E’ confortante sapere che tutta l’eredità di Conte, in ogni squadra che ha plasmato e poi abbandonato, c’è sempre qualcosa di buono sul quale è possibile lavorarci senza troppi problemi. La grande Juventus lasciata ad Allegri, il Chelsea lasciato prima a Sarri, la giovane e talentuosa Nazionale italiana lasciata nelle mani di Mancini. E’ riuscito a lasciare la sua impronta ovunque nonché la base di ogni squadra che ha potuto toccare. Se dovesse abbandonare anche il progetto Inter, non saprei dire chi sarà l’allenatore migliore da inserire. Tutti fanno il nome di Max Allegri, perché la storia insegna, perché forse porta bene. No, Maurizio Sarri non va bene, almeno non in questo momento. Personalmente preferirei un altro Mauricio, intendo quello argentino: Pochettino. Il mio sogno resta Pep Guardiola a partire dalla stagione 2021/22, a patto che riesca a liberarsi dal contratto faraonico con il Manchester City. In futuro chiunque dovesse sedersi sulla panchina nerazzurra avrà abbastanza materiale per poter fare bene.