Ricominciare da Spalletti
L’ex allenatore della Roma è stato spesso accostato alla beneamata, sopratutto in passato quando è stato considerato dalla stampa un pallino di Massimo Moratti. In realtà non è mai stato una prima scelta, infatti non ha mai avuto l’opportunità di sedersi sulla nostra panchina perché prima di lui c’è sempre stato qualcuno considerato più adatto. Anche questa volta è stato il terzo incomodo nella lunga telenovela tra Conte e Simeone, i veri obiettivi del Suning durante gli ultimi mesi della stagione, ma alla fine è la scelta è ricaduta sull’allenatore toscano. Da essere un’alternativa o il ripiego dell’ultimo momento per evitare di farsi cogliere impreparati, è stato designato come l’uomo giusto tra quelli disponibili per guidare l’Inter nella seconda stagione del Suning.
Dopo qualche titolo nella prima esperienza capitolina, si è distinto con lo Zenit vincendo due campionati e poi nuovamente a Roma succedendo a Rudi Garcia dove è riuscito ad invertire una tendenza negativa. Nel primo anno ha conquistato un terzo posto con un record di media punti/partita mentre nel secondo anno ha raggiunto un secondo posto con un nuovo record di punti in una singola stagione, confermando così di saper mantenere un livello molto alto nonostante la perdita di qualche giocatore importante. Non vogliamo concedere complimenti prima di una nuova esperienza ma tanto di cappello a Spalletti perché ha portato la Roma due volte in Champions League, riuscendo a stare dietro ad una Juventus dominante e davanti ad un Napoli spettacolare. L’allenatore toscano non è l’uomo che avremmo voluto vedere in questo momento sulla panchina nerazzurra ma ha dimostrato di avere delle doti da buon allenatore e per questo motivo vorremmo concedergli un’opportunità.
Una delle caratteristiche più importanti che distinguono Spalletti dal resto degli allenatori che negli ultimi anni hanno messo piede ad Appiano Gentile, è la sua indiscutibile autorità. È chiaro che il buon gioco e la mentalità siano caratteristiche importanti ma nell’Inter di oggi è anche importante saper fare delle scelte coraggiose che ti consentano di mettere il club al primo posto su tutto. Ed è proprio quello che Spalletti ha tentato di comunicare quando decise di mettere da parte Francesco Totti per il bene della Roma, con la consapevolezza di scontrarsi con la tifoseria e la stampa italiana. Per più di un anno ha combattuto su più fronti per poter far capire a chi lo criticava che Totti, pur essendo una leggenda per la città, non corre e non può più essere utile alla squadra. Potrebbe sembrare un compito facile ma sfidiamo chiunque ad avere il coraggio di mettere da parte colui che per la città rappresenta più di un giocatore, più di un capitano e forse più un imperatore. Non riusciamo a spiegare il legame viscerale che c’è tra Totti e la Roma ma se provate a chiederlo ad un romanista, oggi potrebbe soltanto scoppiare a piangere mostrandovi senza dire una parola di che tipo di culto stiamo parlando. Se volessimo fare un paragone recente, l’unico allenatore nerazzurro che ha tentato di prendere in mano le redini dello spogliatoio è stato Frank de Boer nel momento in cui rimproverò Icardi e mise fuori squadra Brozovic per il suo atteggiamento poco professionale. L’olandese aveva ragione e la sua decisione è stata supportata dalla tifoseria ma non dalla società il quale non ha saputo sostenere le scelte del suo allenatore, neanche dopo i vari casi di recidiva. Anche Spalletti aveva ragione e ha dimostrato di averne con la conquista del secondo posto in campionato sopratutto grazie ai vertici del club che non hanno mai smesso di appoggiare ogni sua disposizione. Nonostante ciò la sua crociata non è mai finita perché fino all’ultimo giorno e fino all’ultima conferenza stampa da allenatore della Roma ha rimarcato il suo pensiero e la sua perplessità per non esser stato creduto e poi accettato ad obiettivo raggiunto. Accanimento? ipotesi plausibile che dimostra la tenacia e l’insistenza di un allenatore che ha voluto prendere una decisione forte per il bene del club e proprio perché non è stato compreso ha deciso di andarsene.
Questa volta Spalletti trovarà sostegno anche dalla tifoseria oltre che dal Suning perché noi tutti siamo convinti che Sabatini si faccia carico di questa scelta e che la supporti con mano ferma fino alla fine. Senza ombra di dubbio tra i due ex Roma c’è un’intesa sulle basi del nuovo progetto nerazzurro ma non è ancora chiaro su quale fronte decideranno di impegnarsi per migliorare la squadra. Inoltre resta difficile sapere come sarà l’Inter di Spalletti perché di sicuro non vorrà privarsi dei giocatori più forti e tanto meno sceglierà una formazione tipo in poche settimane perché prima di farlo valuterà ogni soluzione e ogni giocatore durante il ritiro. L’unica certezza è che Spalletti non si farà mettere i piedi in testa da nessuno e farà di tutto per imporre la sua mentalità alla squadra anche se non sarà semplice perché, pur sapendo quanto sarà difficile questa sfida, sicuramente non vorrà fare brutte figure. A questo punto sarebbe auspicabile che dia il ben servito a tutti coloro che quest’anno hanno remato contro e che ci liberi dai mediocri che per anni hanno infestato l’Inter rovinandone il buon nome.
Buona fortuna mister, hai tutto il nostro sostegno.