Uomini deboli, destini deboli
Recuperiamo una perla di Luciano Spalletti per spiegarvi la situazione che l’Inter sta vivendo:
“Uomini forti, destini forti. Uomini deboli, destini deboli”
L’aveva detta ai microfoni di Sky quando ancora era l’allenatore della Roma ma in più occasioni è stata riciclata durante le varie conferenze stampa prepartita nella nuova Inter Media House presso il Centro Sportivo Suning. Il punto fermo che divide i due periodi della citazione rappresenta il match Juventus – Inter del 9 dicembre 2017 nel quale i nerazzurri hanno rimediato un buon pareggio fuori casa; fino ad allora tutto andava gonfie vele e quei giocatori – nel nostro caso “uomini” – erano davvero forti e si prospettava un destino forte. Dopodiché, per chissà quale ragione, questi “uomini forti” si sono trasformati in uomini decisamente deboli: 2 sconfitte e 4 pareggi in campionato. Sicuramente non c’è alcun motivo per disperarsi tant’è che, molto saggiamente, la Curva Nord ha deciso di non organizzare nessuna contestazione nel prossimo match casalingo Inter – Crotone; però lasciatemi dire che più a fondo c’è qualcosa che non va. Saremmo tutti più felici di capire come sia possibile che una squadra abbia subito un’improvvisa involuzione tecnico-psicologica nel giro di poche settimane senza una ragione concreta perché sicuramente non è stato il pareggio contro la Juventus a cambiare il risultato delle 6 partite successive, tra l’altro coronate da prestazioni impietose. Non si può nascondere l’aria di déjà vu della penultima stagione di Mancini e molto probabilmente, non è un caso che sia successo di nuovo. Anche se le motivazioni che spingono una squadra a dare il massimo e spingere fino al limite in ogni competizione, compongono un quadro molto importante che spesso risulta essere il primo elemento che allenatori come Mourinho o Conte aggiungono alle squadre dove approdano, non dobbiamo dimenticare che a muoversi sul terreno di gioco è sopratutto il talento, non solo l’umore. Mancini parlava di qualità e della mancanza di determinati profili tecnici da lui indicati durante il corso della stagione, situazione apparentemente simile all’attuale. Proprio come troviamo riscontri sulle lacune della squadra evidenziate da Mancini e Spalletti, si scoprono diverse corrispondenze sul piano di gioco: in entrambi i casi la squadra giocava malissimo. La mancanza di uno o più giocatori di talento può limitare le prestazioni di squadra ma non può azzerarle del tutto, sopratutto in partite contro avversari nettamente inferiori come Pordenone, Udinese e Spal.
Il fulcro del gioco nerazzurro è chiaramente sulle fasce infatti, superato il centrocampo, la manovra si sposta quasi sempre sugli esterni dell’area di rigore dove ad accogliere il pallone ci sono Perisic e Candreva. Indubbiamente un sistema di gioco non molto diverso da quello adottato da altri allenatori ma Spalletti ha cercato di dare più importanza al centrocampo inserendo Borja Valero che perlomeno ha saputo dare ordine ad un reparto in scompiglio. Purtroppo il palleggio e la visione di gioco del regista spagnolo non bastano per poter cambiare gioco ed ottenere più soluzioni offensive perché i suoi compagni di reparto non hanno una marcia in più. Non importa in quale posizione sia messo Borja Valero perché sarà sempre costretto ad arretrare per avere il pallone ed impostare la manovra dalla linea della metà campo. In tale condizione, e in assenza di un vero trequartista, ogni passaggio sarà obbligatoriamente indirizzato verso le fasce mentre alle spalle di Icardi si crea un buco. Nonostante ciò, tutto ha funzionato a regola d’arte e nel complesso sembrava che la squadra stesse migliorando partita dopo partita ma a dicembre il giochino si è rotto, forse non casualmente. Purtroppo sarà che Perisic e Candreva hanno perso il loro ottimo status di forma o sarà che si compete in Serie A dove non puoi pretendere di giocare per tutta la stagione con dei cross che partono dalle fasce nella speranza che Icardi la butti dentro. Infatti da dicembre il capitano argentino non ha più ricevuto un assist decente e le lacune tecnico-tattiche della squadra hanno scoperchiato tutti i punti deboli del sistema di Spalletti, complice di non aver trovato un rimedio adeguato. E così, tra cross diretti in curva e inutili lanci dalla metà campo, si è persa quella minima organizzazione che permetteva all’Inter di restare in piedi e competere per il terzo posto.
Anche quest’anno, il pericolo di vedere gli obiettivi prefissati andare in fumo è reale ma sopratutto sempre più vicino e sperare di ritrovare l’equilibrio di inizio stagione è difficile, a meno che Spalletti non tiri fuori il coniglio dal cilindro. Inoltre è troppo tardi per trovare un nuovo sistema di gioco e cancellare le vecchie abitudini quindi bisogna sperare che gli acquisti della sessione invernale di mercato possano donare qualcosa in più a questa squadra spenta. Le speranze sono riposte in Rafinha che evidentemente, secondo la nostra dirigenza, dovrebbe bastare per avere più soluzioni offensive e ritrovare la sicurezza di qualche mese fa.
Riepilogo movimenti di mercato
Acquisti:
- Lisandro Lopez ← Benfica (prestito oneroso di 500k per 6 mesi con diritto di riscatto fissato a 9M)
- Rafinha ← Barcellona (prestito gratuito di 6 mesi con diritto di riscatto fissato a 35M + 3 di bonus)
Cessioni:
- Gabigol → Santos (prestito gratuito per 12 mesi)
- Joao Mario → West Ham (prestito gratuito per 6 mesi)
- Nagatomo → Siviglia (prestito gratuito per 6 mesi)
- Vanheusden → Sion (prestito gratuito per 6 mesi con opzione per altri 12 mesi)
Contratto rinnovato:
- Zinho Vanheusden (rinnovo contratto fino al 30.06.2022)
Riepilogo ingaggi e scadenze *
CT Luciano Spalletti – Ingaggio da 4 milioni – Scadenza 30.06.2019
- Icardi – Ingaggio da 5,5 milioni – Scadenza 30.06.2021 (clausola rescissoria da 110M) **
- Perisic – Ingaggio da 4,5 milioni – Scadenza 30.06.2022
- Handanovic – Ingaggio da 3,5 milioni – Scadenza 30.06.2021
- Miranda – Ingaggio da 3 milioni – Scadenza 30.06.2018 [IN SCADENZA]
- Borja Valero – Ingaggio da 3 milioni – Scadenza 30.06.2020
- Rafinha – Ingaggio da ??? – Scadenza 30.06.2018 (in prestito) ***
- Vecino – Ingaggio da 2,5 milioni – Scadenza 30.06.2021
- Ranocchia – Ingaggio da 2,4 milioni – Scadenza 30.06.2019
- Candreva – Ingaggio da 2,2 milioni – Scadenza 30.06.2020
- Brozovic – Ingaggio da 2,2 milioni – Scadenza 30.06.2021
- Éder – Ingaggio da 1,8 milioni – Scadenza 30.06.2020
- Gagliardini – Ingaggio da 1,5 milioni – Scadenza 30.06.2021
- D’Ambrosio – Ingaggio da 1,5 milioni – Scadenza 30.06.2021
- Joao Cancelo – Ingaggio da 1,5 milioni – Scadenza 30.06.2018 (in prestito)
- Santon – Ingaggio da 1,3 milioni – Scadenza 30.06.2019
- Dalbert – Ingaggio da 1,2 milioni – Scadenza 30.06.2022
- Skriniar – Ingaggio da 1 milione – Scadenza 30.06.2022
- Pinamonti – Ingaggio da 1 milione – Scadenza 30.06.2021
- Karamoh – Ingaggio da 800 mila – Scadenza 30.06.2019 (in prestito)
- L. Lopez – Ingaggio da 400 mila – Scadenza 30.06.2018 (in prestito) (in caso di riscatto 1,2M)
- Padelli – Ingaggio da 300 mila – Scadenza 30.06.2019
- Berni – Ingaggio da 200 mila – Scadenza 30.06.2018 [IN SCADENZA]
- Vanheusden – Ingaggio da 100 mila – Scadenza 30.06.2022
** Sul contratto di Icardi è valida una clausola rescissoria di 110 milioni di euro esercitabile solo da club esteri e da versare entro il 20 luglio.
*** Non sono stati diffusi i dettagli dell’ingaggio di Rafinha quindi non rientra nel calcolo (secondo i rumour dovrebbe percepire almeno 2,5 milioni).
TOTALE ≅ 41,9 milioni di euro/annui
- Totale ultima stagione (01.09.2017) ≅ 46,7 milioni
- Totale (± diff.) + 4,8 milioni di euro risparmiati
- Totale stagione precedente (01.09.2016) ≅ 52,41 milioni
- Totale (± diff.) + 10,51 milioni di euro risparmiati
* È indicato il salario espresso in euro al netto delle tasse; non rientrano bonus, premi ed eventuali clausole se non specificati.